lunedì 4 ottobre 2010

Delta Range



Dunque mi hanno prestato un furgonciotto. Ora posso andare dove voglio.
Non ci hanno messo molto a prestarmelo, dopo una serata in una confortevole baitella, nel Delta range.. "Ah, non hai una macchina?" "e no, e' il mio primo lavoro decente, mettero' via i soldi e poi la comprero' poi una, ma per intanto mi aggiro in bicicletta, e' un po' un casino far la spesa, pero' te... ci si arrangia" "ho un furgone fermo a casa se vuoi, mia figlia e' andata via per l'universita', puoi usarlo fino a dicembre"..
detto, fatto, domenica mattina alle otto abbiamo lasciato Fairbanks, destinazione, il costone roccioso che sta a sud del Ghiacciaio di Castner, montagne del Delta, Alaska range..

Le montagne, le montagne e le montagne, finalmente sono tornato in un luogo dove si puo' respirarle, le si puo' esplorare. L'aspetto delle Delta in questo inizio di ottobre e' serio. Oggi e' nuvoloso, la prima neve le ricopre di gia', io salgo e voglio guardarle, voglio imparare da loro, le guardi, ti immagini come saranno fra un paio di mesi quando il gelo stringera' il suo morso feroce, ti immagini le valanghe, le temi, vuoi esplorarle, vuoi capirle..

salendo pestiamo la neve, neve che non lascera' questi monti per i prossimi otto, nove mesi forse, il ghiacciaio di Castner, fluisce veloce verso ovest nella sua parte alta, le nuvole nere si spostano verso nord, forse avremo un po' di sole, forse.. Continuiamo a salire, c'e' una strada sola, e questi monti sono i piu' accessibili dalla strada, immagino bivacchi in tenda, immagino lunghe escursioni,

il sole ci mostra le montagne nel loro splendore, ricoperte di neve, ricoperte di ghiaccio, sono con un amico francese che incontrai nella primavera del 2008 alle Svalbard, con lui percorsi le montagne intorno a Longyearbyen, ci siamo ritrovati in questa parte di mondo e insieme, di nuovo, ci troviamo a percorrere montagne artiche, la vita..

il sole ci permette di scoprire i disegni della neve, osservo le impronte nella neve, segnali di altre creature che condividono questa montagna con noi.. riconosco alci, caribu', riconosco la volpe artica, riconosco vari piccoli uccelli, osservo un corvo che solitario canta al nostro passaggio..
riconosco un orso..
un orso bruno probabilmente, forse una mamma con un cucciolo..
probabilmente ci ha sentito e si e' allontanata..
come dargli torto.. gli uomini non sono buone creature, dopotutto..
si ammazzano tra di loro.. fanno le guerre.. taluni pensano solo al denaro..


e ancora i monti, e il sole che si infila a mezzogiorno, e la neve, e la liberta' riacquistata, le montagne ritrovate, e una nuova vita che ci si prospetta davanti.. alaska.. alaska... alaska..

la storia termina con un ritorno a valle, con me che lascio la luce della macchina accesa e la macchina che non parte piu'.. a 200 chilometri da casa non e' piacevole.. un paio di tizi passano, uno ha il cavo, la macchina riparte..
siamo di nuovo sulla strada..
lasceremo le montagne..
con la certezza..
che le abbiamo ritrovate..
felice e libero..
in Alaska


2 commenti:

elNibi ha detto...

fantastico Al! un saluto

paglia ha detto...

Ciao ALessio,
qui nevica forte, io sono in studio molto stressato dal lavoro, ma leggendo i tuoi racconti, a tratti molto poetici, son riuscito ad evadere per un momento.
Per quanto tempo ti fermerai in Alaska? L'Antonio Galluccio sta organizzando una spedizione in Alaska nell'estate 2012 con anche il Bonetti, alla qualce vorrei prender parte..
Un caro saluto,
PAglia